Quando hanno iniziato a riempirci la testa che c’era la crisi, di fatto la crisi già esisteva da tempo e forse l’avevano anche creata a nostra insaputa
per renderci tutti un pò più deboli, se parlo di crisi, mi spavento, compro meno, spendo meno, e il mercato si blocca.
Abbiamo così vissuto un momento di stallo e di fermo del lavoro, e così troppi saloni hanno chiuso, hanno chiuso forse perché la vera nemica da combattere era la paura e la paura spesso immobilizza.
Sembrerebbe che il mercato abbia premiato chi con forza e determinazione ha saputo differenziare l’offerta, perché la vera crisi spesso è nelle idee.
Diciamo che il periodo più nero sembra essere passato e che un minimo di luce si veda…io sono ottimista, lo sono sempre stata, oggi però sto vedendo un fenomeno che un po mi lascia perplessa, o meglio mi lascia pensare…
Mi spiazza un pò la differenziazione a tutti i costi, il volere essere “differenti a tutti i costi” ma differenti in cosa? e da cosa? IO stessa nei miei seminari parlo sempre della necessità di differenziarsi, ma non credo che questo debba significare perdere la propria identità, l'eccesso di ricerca nella differenziazione, secondo me ha creato un iper -attività che ha in parte distorto la percezione e del reale; mi spiego meglio, nella ricerca costante della novità a tutti i costi, ho la sensazione e che si sia persa la vera idea, la vera identità dell’essere parrucchieri. Ben venga la creatività, ma mi chiedo quanto sia giusto mettere in un salone di parrucchiere la vendita di oggetti vari, o fare proposte di trattamenti non inerenti alla sua professione, o ancora cercare di identificarsi in qualcosa di diverso pur di catturare l’attenzione.
Quello che vedo è che stanno sempre più funzionando le nicchie di mercato specializzate, molto semplicemente voglio dire che un fruttivendolo con prodotti ottimi, magari locali, e con un attenzione alla comunicazione ed al modo di esporre la merce forse lavorerà tanto e lavorerà bene, senza essere andato oltre alla sua reale identità senza rischiare di non essere più riconosciuto nel suo valore.
Pensate a quanto siamo soddisfatti quando riusciamo ad acquistare la frutta direttamente dal contadino, in quell’istante stiamo riconoscendo il valore assoluto del suo lavoro e della produzione che con esso ha creato.
E’ la qualità delle cose e delle persone il vero marchio di eccellenza oggi.
Voglio pensare che il mio parrucchiere si senta così orgoglioso di ciò che è e che fa da non aver bisogno di essere altro, ma che il suo desiderio sia di migliorare le procedure operative e di comunicazione, che cerchi di avere una serie di rituali operativi che mi facciano sentire tranquilla, che i miei valori sulla bellezza coincidano con i suoi, voglio sentirlo parlare appassionatamente delle sue scelte, dei suoi percorsi di formazione, dei prodotti che usa e del perché li usa, voglio che sappia coccolarmi con le parole e con i gesti sapienti, e non mi importa se il suo salone sia di 20 o di 100 mq, l’atmosfera non si misura in mq!
In un mio articolo sempre di griffe, del 2013, in piena crisi dichiarata scrivevo:
“C’E’ UN MONDO D’OPPORTUNITA’ CHE SI CHIAMA DONNA!
E’ proprio in questo momento storico dobbiamo avere il coraggio di cambiare l’assetto dei saloni, di non restare ancorati ai vecchi canoni di business, basta con le pieghe settimanali, con il colore e con i ritocchini, basta con le meches dai nomi solo diversi, che propongono sempre le stesse cose.. Largo alla creatività stilistica che ha reso grandi i parrucchieri italiani, largo alla colorimetria ed allo studio del colore come variazione cromatica che accentua la bellezza senza trasformarla, evviva la colorazione che ama i capelli e li rispetta, ma soprattutto largo a tutte quelle esperienze che trasformano i servizi tutti uguali, in trattamenti differenti, unici come la cliente che li riceve. Basta con la paura che la cliente sia capace di farsi da sola la piega a casa, anzi ben venga la possibilità di fornirgli noi i prodotti e gli strumenti utili per essere indipendente a casa . Il parrucchiere non più come momento per “essere in ordine” ma come vero e proprio consulente di bellezza che costruisce un percorso con la cliente nel quale è inserito anche il trattamento a casa ! Ben vengano momenti esperienziali nel salone durante i quali si costruisce un percorso differente nel quale le coccole alla cliente non sono il caffè ed il giornale, ma la sapiente organizzazione e professionalizzazione … Il microcosmo del parrucchiere ha il vantaggio della condivisione, del lavoro fatto in gruppo, la cliente di un salone vive le esperienze di tutto il salone, respira l’energia generata da tutto il gruppo di lavoro, ed è qui che si può trasformare un salone in un vulcano di esperienze positive, che generano lamelle di felicità e bellezza! “
E COSì NOI DONNE MERAVIGLIOSAMENTE ED UNICAMENTE NORMALI CI REGALIAMO una o due ore nel NOSTRO PARRUCCHIERE, mani sapienti, un ambiente curato, un ottimo profumo di ingredienti buoni. NOI DONNE consapevoli che la bellezza è il risultato della somma di ingredienti unici, miscelati sapientemente da quell’esperienza meravigliosa che è la vita, NOI donne, che cerchiamo e desiderano trovare dal parrucchiere una dimensione che ci rispetti e ci consigli come ogni grande donna merita..
e sarebbe bello poter dire del proprio parrucchiere ciò che dicevano le modelle del grande pittore Modigliani: “ quando mi ritrae tira fuori la mia vera anima, disegna ciò che sono veramente!”
Un abbraccio straordinariamente normale!
Paola D’Andria
Articolo pubblicato su GRIFFE "Un mondo di opportunità"